Partenza | Torgiano |
Arrivo | Torgiano |
Distanza | 8 km Trekking - 7,5 km Bike |
Dislivello | 60 m |
Difficoltà | facile, percorso principalmente pianeggiante |
A chi è adatto | adatto a tutti, anche a famiglie con bambini |
Bici consigliata | city-bike, MTB, gravel |
Durata | 2,5 ore (Trekking) – 50min (Bike) |
Escursione ad anello su percorso per la maggior parte pianeggiante, con partenza dal centro di Torgiano (PG) presso il parcheggio La Torre (nel parcheggio è presente un punto di ricarica auto elettrica) nei pressi della Torre Baglioni simbolo del borgo di Torgiano, che rappresenta l'emblema della città medievale.
Fino alla metà del XV secolo, la Torre Baglioni infatti costituiva l'ingresso di una zona doganale, dove confluivano le merci e i prodotti di una vasta area del centro Italia che attraverso il corso del Tevere si imbarcavano per Roma. Superata la Torre Baglioni, da poco ristrutturata, ci si dirige verso Corso Vittorio Emanuele II, via principale del centro storico di Torgiano. Superato il Palazzo Comunale (a sinistra) e l’Oratorio di Sant’Antonio (sulla destra) - edificato nel XV secolo, in concomitanza con la fondazione della Confraternita di Sant'Antonio, dove all'esterno, si può ammirare un affresco cinquecentesco raffigurante la "Madonna col Bambino", attribuito alla scuola di Domenico Alfani, noto pittore perugino della prima metà del XVI secolo, allievo di Raffaello - si procede fino al termine del Corso, dove una curva a gomito a sinistra ci porta su Via Tiradossi, da dove è possibile accedere, svoltando a destra in discesa dopo circa 200 metri, al Parco Fluviale del Tevere, un suggestivo percorso che si snoda lungo il fiume Tevere fino al punto della confluenza con il Chiascio.
Questa zona detta "Parco dei Mulini" o "dei due fiumi" è oggi un parco fluviale, che trae il proprio nome dalla presenza di antichi mulini per la macinazione del grano e delle olive, ancora ben visibili lungo il percorso. Al termine della discesa si prende a destra sulla strada asfaltata in mezzo al verde, per circa 500 mt, per poi svoltare subito dopo Via Tevere a sinistra per il percorso trekking e a destra per il percorso bike. Il panorama si apre sulla campagna, mentre il percorso prosegue fino ad attraversare la Strada Provinciale SP403. Appena superato l’attraversamento si prosegue dritto sulla strada sterrata dove si inizia un giro intorno ad un grande vigneto. La sterrata permette di ammirare il borgo di Torgiano da sotto, costeggiando Via Perugia, tenendo sempre la destra, si chiude il giro intorno al grande vigneto per tornare ad attraversare la Strada Provinciale SP403, percorrendo una piccola parte della strada già fatta all’andata (circa 400 metri), fino alla deviazione a destra che porta a costeggiare sempre più da vicino il Fiume Tevere su strada sterrata, raggiungendo la confluenza tra i fiumi Tevere e Chiascio.
Su strada sterrata si prosegue ora lungo il corso del Fiume Chiascio costeggiando gli antichi molini di cui il territorio è ricco: il Molino della Palazzetta ancora oggi attivo come Molino Silvestri, con l'antico metodo della forza motrice dell'acqua e con macine di pietra che permettono di produrre fior di farina, crusca, tritello e trivellino; è collocato all’interno di quello che si può ritenere un raro reperto della più antica tradizione storica e culturale di questa regione: l’unica torre trecentesca in Umbria che si erge in mezzo all’acqua per circa tre piani. A monte del Ponte di Rosciano, troviamo il Molino, ora proprietà Orcidi, trasformato in abitazione privata dopo la deviazione ottocentesca del corso del Chiascio; a valle del ponte, con torre medievale, sorgeva un mulino per il grano. Prima di arrivare nei pressi del Ponte di Rosciano si possono ammirare le cascate del Fiume Chiascio e la Spiaggetta. Più avanti, si gira a sinistra su Via dei Mulini per poi risalire a sinistra su via Olivello da dove si torna al parcheggio La Torre.
Nel centro storico di Torgiano, nei pressi del percorso, è possibile visitare:
- Muvit – Museo del Vino Torgiano
Torgiano si trova al centro di una affermata zona vitivinicola situata tra Perugia ed Assisi e nota per il suo Rosso DOC e per il Torgiano Rosso Riserva DOCG. La cultura vitivinicola è talmente forte a Torgiano da aver spinto Giorgio e Maria Grazia Lungarotti ad ideare e realizzare il MUVIT - Museo del Vino. Il MUVIT è stato aperto al pubblico nel 1974. Ha sede nella pars agricola del monumentale Palazzo Graziani-Baglioni, residenza gentilizia estiva del XVII secolo, ed è oggi gestito dalla Fondazione Lungarotti Onlus. Il percorso museale, sviluppato lungo venti sale con oltre 3000 opere in mostra propone un vero e proprio viaggio nel tempo attraverso 5000 anni di storia e cultura del vino, analizzando usi e consumi, aspetti mitologici e leggendari e i molteplici significati simbolici connessi alla bevanda che fu cara agli dei. Reperti archeologici dal III millennio a.C. all’età romana, attrezzi e corredi tecnici per la viticoltura e la vinificazione, ceramiche medievali, rinascimentali, barocche e contemporanee, incisioni e disegni dal XV al XX secolo ed altre testimonianze di “arti minori” documentano l’importanza del vino nell’immaginario collettivo dei popoli che nel tempo hanno abitato il bacino del Mediterraneo e l’Europa continentale. Le raccolte, organizzate in sezioni tematiche secondo rigorosi criteri scientifici, sono collegate da un unico filo conduttore: il tema vitivinicolo con particolare attenzione al mito dionisiaco.
- Moo - Museo dell'Olivo e dell'Olio
Le colline che circonda Torgiano sono ricche di Ulivi e l’olivicoltura è da sempre una delle principali attività produttive del territorio. Per tale ragione nasce il Moo - Museo dell'Olivo e dell'Olio, situato in un piccolo nucleo di abitazioni medievali all’interno delle mura castellane, è gestito dalla Fondazione Lungarotti Onlus. Il percorso si snoda lungo undici sale e si apre con informazioni redatte dal C.N.R. sulle caratteristiche botaniche dell’olivo, sulle cultivar più diffuse in Umbria, sulle tecniche tradizionali e d’avanguardia di messa a coltura e di estrazione dell’olio, affiancate da mappe sulla diffusione storica dell’olivicoltura. Le sale successive, ambientate nei locali che furono già sede di un frantoio attivo fino a pochi decenni fa, ospitano una ricca documentazione relativa alla storia e all’evoluzione delle macchine olearie: dai primi mortai in pietra del V millennio a.C. all’introduzione del trapetum (la vasca di origine greca, utilizzata dai romani, in cui si muovono le due ruote emisferiche), sino al richiamo ai più moderni impianti e all’invenzione del sistema “a ciclo continuo” che ha segnato l’avvio per la nuova elaiotecnica. Il percorso prosegue nei due piani superiori, dove la presenza dell’olio e dell’olivo nel quotidiano, gli usi e le valenze ad essi attribuiti nel corso del tempo sono documentati in sezioni: l’origine mitologica della pianta, il rilievo dell’olivicoltura, dall’economia romana alla ripresa medievale sino ai secoli recenti, l’olio come fonte di illuminazione, nelle religioni monoteiste mediterranee, nella medicina e nell’alimentazione, nello sport, nella cosmesi, come fonte di riscaldamento e come elemento significativo di un immaginario popolare che alla pianta e al prodotto derivato dal suo frutto ha attribuito – e in parte ancora attribuisce – valenze simboliche, propiziatorie, apotropaiche e curative.Il Museo è diretto dalla storica dell’arte e archivista Maria Grazia Marchetti Lungarotti.
- MAC - Museo Arte Ceramica Contemporanea
Presso Palazzo Malizia, in Piazza della Repubblica a Torgiano è presente il “MACC - Museo d’arte ceramica contemporanea” di cui fanno parte due collezioni permanenti: Vaselle d'autore per il Vino Novello: espone boccali, cosiddetti “vaselle” nella tradizione umbra, realizzati da artisti contemporanei che ogni anno, per festeggiare il vino novello, reinterpretano la tradizione antica e popolare delle terrecotte proponendo nuove tipologie di vaselle. Dal 2010, l'evento "Vaselle d'Autore" è inserito all'interno della manifestazione "Versando Torgiano", che ha ancor più sottolineato l'importanza del vino come prodotto tipico di queste terre.
La mostra dello scultore e ceramista Nino Caruso: comprende una cospicua collezione di circa 60 opere realizzate a partire dagli anni '50 del Novecento fino ad oggi. Le opere, che documentano l'intero iter artistico dello scultore, sono testimonianze dell'arte ceramica contemporanea. Vasi, lucerne e steli evocano forme arcaiche di antiche civiltà, soprattutto quella etrusca, ma anche quella africana.
- Palazzo Graziani Baglioni
Situato all'angolo tra il corso principale, Corso Vittorio Emanuele II e Piazza Baglioni, Palazzo Graziani-Baglioni, è un bell'esempio di casa agricolo-gentilizia di questa particolare zona dell'Umbria.
La sobria struttura, che risale alla fine del XVII secolo e ingloba al suo interno i resti di edificazioni più antiche, è articolata in tre piani; all'ingresso è ubicata una lapide di terracotta con inciso l'anno 1694, forse a memoria della fine dei lavori di costruzione.
La facciata principale si affaccia verso Corso Vittorio Emanuele II, sul quale si aprono sia il portone principale, che dà accesso alla scalinata attraverso cui si raggiunge la parte residenziale dell'edificio, che il portone secondario; quest'ultimo costituiva l'ingresso alla parte agricola dell'edificio, con locali un tempo adibiti all'amministrazione della proprietà terriera, alle attrezzature per la lavorazione delle derrate agricole e all'immagazzinamento dei prodotti.
Oggi da questo ingresso si accede al Muvit – Museo del Vino, museo privato nato nel 1974 per volontà e impegno di Giorgio e Maria Grazia Lungarotti. La parte residenziale, fino a tempi recenti ancora adibita ad abitazione privata dagli eredi della famiglia Baglioni, conserva al piano nobile una galleria affrescata nella seconda metà del XVIII secolo da Paolo Brizi (1702-1773), con una raffigurazione dei quattro continenti, una biblioteca arricchita da edizioni colte di testi teologici e letterari e numerose sale arredate con mobili d'epoca. Nel grande salone delle armi, ai lati dell'imponente camino, si conservano ancora due cannoncini d'allegrezza della fine del XVI secolo e altri pezzi d'artiglieria.
Un altro lato del palazzo si affaccia su un bel giardino, delimitato dal seicentesco muro di cinta e da quelle che un tempo erano le scuderie. All'esterno, in una nicchia, si può ammirare l'affresco di Mario Madiai (Siena, 1944), Resurrezione del 1998, uno dei segni contemporanei presenti in città.
Di fronte all'ingresso principale del palazzo vi è un altro giardino, inquadrato da una settecentesca ed elegante architettura in cotto e chiuso da un cancello di ferro sovrastato dallo stemma della gentilizia famiglia Graziani.
- Chiesa San Bartolomeo
La chiesa parrocchiale di San Bartolomeo, collocata all'interno del centro storico, è stata edificata alla fine del XIII secolo, quando la costruzione del castello e gli incentivi promossi dal Comune di Perugia per favorirne il rapido popolamento resero necessaria anche la costruzione di un edificio di culto. Il suo aspetto attuale è tuttavia il risultato della demolizione della precedente struttura, avvenuta alla fine del XVIII secolo, alla quale seguì un'immediata riedificazione a pianta basilicale, su disegno dell'architetto romano Antonio Stefanucci, che si concluse nel 1805.
Presenta una facciata rivestita in cotto; il campanile a pianta quadrata è ricavato nell'antica torre, un tempo adibita a cimitero cittadino, che in età medievale costituì il cassero della porta orientale del castello. Alla base del campanile si trova l'"Oratorio della Compagnia della Morte, o della Misericordia", edificato nel 1587 e restaurato, come ricorda l'iscrizione sotto il timpano, nel 1714; attualmente è sconsacrato e viene utilizzato per l'allestimento di mostre. All'interno la Chiesa di San Bartolomeo presenta una sola navata con volta a botte e abside decorata da Ascanio Guglielmo di Panicale e Gaspare e Olimpio Colli di Piegaro nel 1937. Sopra i quattro altari laterali in stucco dorato di gusto settecentesco, sono collocate alcune opere pittoriche e plastiche, tra le quali una Deposizione di Felice Pellegrini, artista della scuola del Barocci, realizzata nel XVI secolo come recita l'iscrizione "Felix Peregrinus de Perusia inventor pingebat 1588", qui probabilmente trasferita dall'Oratorio della Misericordia; uno Sposalizio della Vergine del 1814; una statua dell'Immacolata Concezione, una Apparizione dello Spirito Santo agli Apostoli del 1590.